Nel 1507 Johannes Pfefferkorn, un ebreo convertito spalleggiato dai teologi dell'università di Colonia, pubblicò un libello ferocemente antigiudaico: tra le sue proposte, privare gli ebrei della loro identità culturale confiscandone i libri sacri. Allo sconsiderato disegno si oppose uno dei massimi umanisti tedeschi, Johannes Reuchlin, presto appoggiato nella lotta dai migliori ingegni di Germania. Quando Reuchlin, a sostegno delle sue tesi, pubblicò le "Lettere di uomini illustri" da lui ricevute, altri dotti si affidarono invece alle armi del comico, e composero, a ideale controcanto della prima raccolta, le "Lettere d'uomini oscuri". Scritte in un latino maccheronico di cui la traduzione di Cesare De Marchi restituisce tutti i sapori, satira di umorismo irresistibile dell'ignoranza e dei pregiudizi dei 'maestri' teologi, queste "Lettere" sono per molti versi un'anticipazione del riso beffardo di Rabelais, e potrebbero davvero definirsi l'Armata Brancaleone del Rinascimento tedesco.
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Titolo: Lettere d'uomini oscuri
Autore:
Cesare De Marchi
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Data di Pubblicazione: 2004
Pagine: 358
Formato: Brossura
ISBN: 9788817002660