Nel corso degli anni Cinquanta dell'Ottocento, la ferrovia non ha affatto bisogno di manifesti: il treno è destinato alle merci e il trasporto dei passeggeri è limitato a una scala locale. Si aprirà progressivamente ai viaggiatori a partire dal 1895: da allora, tramite la pubblicità, le compagnie ferroviarie cercheranno di spingere al viaggio fasce sempre più ampie di pubblico. Verso la fine del XIX secolo le compagnie ferroviarie utilizzeranno dunque largamente i manifesti pubblicitari nei luoghi più frequentati delle nuove stazioni più o meno monumentali che cominciavano ad apparire nelle grandi metropoli. Prima del 1914, seppure carenti di possibilità finanziarie, le compagnie ferroviarie chiameranno artisti già noti al pubblico per manifesti che celebrano gli esordi dell'aviazione o che pubblicizzano velocipedi, prodotti alimentari, aperitivi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale pittori e grafici famosi come Dali, Mathieu, Brenet, Savignac e il suo collega Villemot fanno onore al loro datore di lavoro, la SNCF (Société Nationale des Chemins de Fer Français, la società ferroviaria nazionale). Tra il 1956 e il 1963 la compagnia nazionale francese commissiona 28 manifesti a diversi artisti noti col nome di "pittori testimoni del loro tempo", che espongono in quel periodo alla Galleria Charpentier a Parigi. Negli anni Settanta la SNCF commissiona lavori ad altri artisti ben noti come Jacquelin e Luc-Marie Bayle, decano dei pittori della Marina dall'eclettico talento.
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Titolo: Manifesti ferroviari
Autore:
Thierry Favre,
E. Emaldi
Editore: Jaca Book
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 184
Formato: Libro rilegato
ISBN: 9788816604513