Gli studi contenuti nel presente volume sono diretti a colmare la grave lacuna che sui tre artisti hanno finora costituito gli anni della formazione a Monza. Le notizie piuttosto frammentarie e vaghe hanno impedito una ricostruzione sistematica che desse sufficientemente conto di ciò che i 'tre sardi', ma non solo loro, appresero e fecero nel tormentato arco di tempo che va dal 1930 al 1936, anno in cui Nivola lascia l'Istituto, dopo che nel 1935 lo avevano lasciato Pintori e Fancello. Piuttosto oscuro restava inoltre il successivo periodo da loro trascorso a Milano; per Nivola fino al 1939 (anno in cui si rifugiò a Parigi in seguito alla promulgazione delle leggi razziali), per Fancello, anche se non continuativamente, fino al 1941 (anno in cui fu ucciso sul fronte albanese di Bregu Rapit) e per Pintori quello che segnò il successo internazionale come grafico pubblicitario alla Olivetti. Anni questi solo apparentemente indipendenti dalla scuola di Monza, poiché in realtà tutti e tre i nostri artisti mantennero contatti stretti con la Scuola, i cui docenti a più riprese (come il volume documenta) li chiamarono individualmente o insieme a collaborare ad imprese e a manifestazioni di grande rilievo. Fare luce sugli anni di formazione dei tre nuoresi serve oggi certamente a capire il loro talento, ma insieme e soprattutto a riconoscere la serietà e la lungimiranza delle istituzioni che li hanno selezionati e sostenuti. Il "Consorzio dell'Economia Corporativa", così si chiamava allora l'attuale Camera di Commercio, può essere additato ad esempio per tutte le istituzioni locali che colpevolmente poco si curano delle potenzialità dei giovani, miopi come spesso sono, totalmente presi dalla sterile tirannia del quotidiano. La loro borsa era di 3.750 lire: così disponeva la delibera del Consorzio il 30 giugno del 1930 nell'assegnarla al nuorese Giovanni Pintori e al dorgalese Salvatore Fancello. Una cifra non certo esaltante neppure per quei tempi, giacchè i due giovani (ai quali l'anno dopo si unì Nivola) furono costretti spesso a 'tirar la cinghia' e a dividersi il panino, ma che tuttavia, condita di tenacia e di uno spiccato spirito di sacrificio, consentì loro di realizzare il sogno della vita e di sporgere tra tutti gli altri allievi, dando lustro e merito anche alla terra che li ha partoriti e alla intelligenza politica di chi su di loro aveva investito credito istituzionale e risorse economiche. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Nivola e l'Amministrazione comunale di Monza- seguite subito da quelle di Nuoro e di Dorgali che convintamente hanno accolto l'invito quando hanno promosso la ricerca e la raccolta della documentazione- non potevano prevedere la portata e la rilevanza scientifica dei risultati. A parte i materiali su Pintori quasi del tutto inediti e sconosciuti (è nota quale sia stata la riluttanza dell'artista ad ogni personale pubblicizzazione ed esposizione), risulta sorprendente la mole (e quasi sempre anche la qualità) dei materiali riferentisi agli anni in questione rintracciati anche per Nivola e, direi soprattutto, per Fancello, data la brevità della sua stagione. Approssimandoci al vero per difetto, tre quarti del materiale documentato nel libro è inedito. Una operazione quindi destinata a porre un punto fermo negli studi dei tre artisti, di grande significato per chi voglia accostarli in modo non superficiale e anche di non secondaria soddisfazione per coloro che l'hanno promossa. (Dalla Presentazione di Ugo Collu)
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Titolo: Nivola Fancello Pintori percorsi del moderno. Dalle arti applicate a ll'industrial design
Autore:
Ornella Selvafolta,
Ugo Collu,
Roberto Cassanelli
Editore: Jaca Book
Data di Pubblicazione: 2004
Pagine: 268
Formato: Libro rilegato
ISBN: 9788816603042