La televisione ha reso popolare il caso della baronessa di Carini, una storia di amore e morte che si basa su un parricidio consumato a Carini, vicino Palermo, nel 1563. La vicenda è narrata in un poemetto di tradizione popolare,apparso a stampa solo nel 1870 e molte volte ripreso fino a Pasolini. La giovanissima baronessa cede al suo corteggiatore, è sorpresa e uccisa dal padre per lavare l'onore della famiglia. Il padre assassino ottiene il perdono divino solo dopo una durissima penitenza. Così la poesia. A un'attenta ricerca la realtà risulta però completamente diversa. La baronessa non era una ragazza innocente, aveva diversi figli, anche dall'amante. Il marito e il padre di lei facevano finta di non notare la tresca, di cui in realtà sapevano tutto. Il delitto fu premeditato. Piuttosto che di lavare l'onore, si trattava forse di non pagare dei debiti contratti con l'amante. Una turpe vicenda nella più alta nobiltà dell'isola. Altrettanto sorprendente si rivela la vicenda filologica: il testo del 1870 e le riprese successive non sono altro che un falso, un'operazione di ricucitura di testi orali fatta dall'editore.
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Titolo: Adultèri, delitti e filologia. Il caso della baronessa di Carini
Autore:
Alberto Vàrvaro
Editore: Il Mulino
Data di Pubblicazione: 2010
Pagine: 162
Formato: Brossura
ISBN: 9788815139474