Con l'enorme aumento della produttività, gli ultimi cinquant'anni hanno visto emergere in primo piano gli inevitabili aspetti distruttivi del lavoro - gli errori, le incompiutezze, gli sprechi, le sottoutilizzazioni, le non utilizzazioni, le eccedenze deliberate. Allo stesso tempo sono diventati più visibili i danni e i pericoli derivanti dall'inquinamento. Con la costruzione della bomba atomica, poi, il lavoro ha raggiunto per la prima volta la capacità di distruggere ogni opera umana. Insieme a ciò, l'evolvere delle tecnologie ha diminuito, e continua a diminuire, la necessità di lavoro umano, specie nelle produzioni materiali, incrementando tra l'altro quella falsa soluzione che è il lavoro apparente. Ma quali sono gli effetti sulla coscienza di chi lavora della sinergia fra l'aumentata distruttività del lavoro e il fatto che esso è sempre meno al centro della nostra vita? Come possiamo avvicinarci a un modo di essere attivi più costruttivo? Interrogativi a cui in modo disincantato ma appassionato queste pagine vogliono dare una risposta.
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Titolo: Costruire e distruggere. Dove va il lavoro umano?
Autore:
Renato Rozzi
Editore: Il Mulino
Data di Pubblicazione: 1997
Pagine:
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ISBN: 9788815057747