Mi viene in mente un tavolino al sole di West Broadway, la prima volta che ho pensato a Sex Virus. Quel tipo di eccitazione, e il profumo della storia, com'era cominciata, con l'Aids e l'inchiesta, che all'inizio sembrava soltanto un'inchiesta, e invece ogni giorno si trasformava, e tutto diventava capovolto e incredibile, e io che cercavo l'errore, il comma 22, non c'era, cazzo, non c'era, ma non sembrava che importasse a nessuno; e così mentre andavo avanti era come se gli altri rimanessero indietro, mi lasciassero uno alla volta, e questo non era mai successo; mi giravo e non c'era più il giornale, non c'era il direttore; mi giravo ancora e non c'era più l'editore, e poi cominciarono ad andarsene anche gli altri, e finirono i soldi e le telefonate e gli inviti e le feste, e poi se ne andarono anche gli amici, e la porta della mia vita era sempre più socchiusa, e infine così stretta che riuscivo a passare solo io, e fui costretto a inventarmeli, gli amici; questi tre; Laszlo, il cieco che recupera la vista, e Adlai, che pensava che per una volta, almeno una, si potesse davvero cambiare prospettiva; e Andrè, che sapeva come sarebbe finita, ma venne lo stesso; e loro tre si sono presi il libro, ci siamo dimenticati dell'Aids e dell'inchiesta, e siamo rimasti lì, a guardare e a scoprire com'era difficile vedere, e com'era peggio dopo, dopo che si era visto; ma non c'era niente da fare, eravamo soli. Con gli altri libri, non era mai andata così. Alla fine, qualcuno da ringraziare c'era sempre. Questa volta no. C'erano solo alcune cose da dire, e qualcuno doveva pur farlo.L'ho fatto io. Pazienza.
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Titolo: Sex virus
Autore:
Luca Rossi
Editore: Feltrinelli
Data di Pubblicazione: 1999
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788807701078