Bambini, sogni, furori. Tre lezioni di storia delle idee

Paolo Rossi

In una celebre favola di Andersen, il bambino vede la verità che gli adulti non vedono. Vede che il re è nudo. Dietro quella favola e dietro l'idea dell'innocenza che è vicina alla verità sta un'idea che è molto più antica della favola. Le origini, l'infanzia sono la sede della verità e il tempo è un processo di decadimento. Ma all'immagine dell'infanzia innocente se ne è sempre contrapposta un'altra (presente in Hobbes, in Darwin, in Freud): il bambino come essere ambiguo, potenzialmente malvagio, comunque misterioso. Dopo i bambini, i sogni: prima di essere interpretati dagli psicoanalisti come messaggi che provengono dal mondo interno, per alcuni millenni i sogni sono stati interpretati come messaggi che provengono da demoni e da dei e che hanno a che fare con il futuro. Vengono esaminati alcuni grandi testi sui sogni: da Artemidoro a Sinesio di Cirene a Girolamo Cardano, ma al centro del capitolo sta un'opera ambigua e terribile: il "Somnium" di Johannes Kepler. Infine i furori, che sono stati variamente presentati come eroici, come bestiali, come collettivi. Accanto ai grandi classici, compaiono qui Darwin e Freud, i teorici della psicologia delle folle, i grandi critici dell'entusiasmo da Locke a Shaftesbury a Kant. "Mandati o inviati dagli dei": questa espressione è stata usata molte volte, in epoche diverse e molto lontane fra loro, sia a proposito di bambini, sia a proposito di sogni, sia facendo riferimento ai furori. C'è chi ha interpretato le cose dette dai bambini come avvicinabili a un oracolo. E si sa da molto tempo che gli oracoli hanno a che fare con i divini furori.

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Titolo: Bambini, sogni, furori. Tre lezioni di storia delle idee
Autore: Paolo Rossi
Editore: Feltrinelli
Data di Pubblicazione: 2001
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ISBN: 9788807103100