I lettori conoscono Natalia Ginzburg nei suoi romanzi come una scrittrice tutta fatti, tutta cosa, tutta gesti e voci e cadenze; e anche in questo libro di memorie e di riflessioni essa resta più che mai fedele a se stessa. In ogni pagine c'è il suo tipico modo d'essere donna: un modo spesso dolente ma sempre pratico e quasi brusco, in mezzo ai dolori e alle gioie della vita. Forse mai una scrittrice ha saputo essere così femminile - ragazza, moglie, madre - in un senso così opposto a quello che s'intende di solito per "letteratura femminile" cioé dell'abbandono lirico ed emotivo. Tra i capitoli del volume si ricorda "Ritratto di un amico", certo la più bella cosa che sia stata scritta sull'uomo Cesare Pavese. E le pagine scritte subito dopo la guerra, che riportano con una forza più che mai struggente il senso dell'esperienza d'anni terribili (e sanno pur farlo, serbando, come "Le scarpe rotte", un quasi miracoloso senso del comico). Poi, le prove (come "Silenzio" e "Le piccole virtù") d'una Natalia Ginzburg moralista, dove una partecipazione acuta ai mali del secolo sembra nascere dalla matrice d'un calore familiare. E soprattutto, perfetto capitolo d'una autobiografia in chiave obiettiva e ironica, "Lui e io", in cui la contrapposizione dei caratteri si trasforma, da spunto di commedia, nel più affettuoso poema della vita coniugale.
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Titolo: Piccole virtù (Le)
Autore:
Natalia Ginzburg
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 1996
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788806330279