Nel 1958 Adam Strickland è un semplice laureando di Cambridge a cui hanno offerto, come argomento per la tesi, lo studio del giardino rinascimentale di una splendida dimora toscana: Villa Docci. Il soggetto non lo entusiasma, ma a convincerlo è la prospettiva di una vacanza in Italia: peccato, però, che il suo soggiorno avrà ben poco della piacevole villeggiatura. Ad attenderlo, infatti, non ci sono solo le sfarzose feste in terrazza della padrona di casa e le conversazioni brillanti con le rampolle dell'aristocrazia locale, ma anche un complotto la cui ombra attraversa i secoli e lega insieme due omicidi distanti quattrocento anni. Su tutto e tutti domina l'antico giardino, autentico protagonista della vicenda: disegnato personalmente da Federico Docci nel 1577 in memoria della moglie morta a soli venticinque anni, sembra esercitare, su chiunque vi entri, un fascino che sconfina nel sortilegio. Come se le statue che lo popolano parlassero una lingua arcana e perduta capace di plasmare il destino degli abitanti della Villa, come se le iscrizioni, le grotte, le piante che lo compongono nascondessero un messaggio leggibile soltanto da colui che ne possiede il codice. Toccherà ad Adam scoprire il segreto del giardino e imparare a sue spese quanto può essere crudele la verità. Mark Mills si conferma narratore di atmosfere e paesaggi insoliti, capace di regalare al lettore un romanzo in cui la scrittura elegante e le battute taglienti da commedia sofisticata fanno da sfondo a una sorprendente indagine storica.
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Titolo: Giardino selvaggio (Il)
Autore:
Marta Matteini,
Mark Mills
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2008
Pagine:
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ISBN: 9788806189501