Questo libro ha la forza di un romanzo. Un romanzo terribile e allo stesso tempo, proprio per il coraggio con cui affronta il male, pieno di speranza. Un esorcismo, un rito propiziatorio, un sabba imperscrutabile che mette in fuga i demoni anziché attirarli: spaventa il Diavolo... (Sandro Veronesi) Il segreto che la scrittura di Governi custodisce consiste proprio nel toccare il dolore e contemporaneamente lasciarlo intatto. Il dolore sembra la cosa piú naturale del mondo, nei racconti di Massimiliano Governi. È perfino bello. È la sua immanenza che affascina. In ogni pagina il libro trasmette l'impressione che il dolore ci sia 'già da prima', e debba restare per sempre. Il passaggio delle persone, le casualità, i giochi del destino e le fitte successioni di atti deliberati che lo fanno affiorare lo trasformano in forza fisica, gli dànno di volta in volta un verso e un'intensità, ma il dolore di cui scrive Governi è privo di cause, è inevitabile, è assoluto. Percorrendo una geografia romana straordinariamente a fuoco (di quell''a fuoco' che scortica gli occhi), questi otto racconti allineano una collezione completa di ragioni per soffrire, dalla nostalgia alla dipendenza, dalla sopraffazione al fallimento, fino alla morte vera che arriva sibilando dalla curva opposta dello stadio. Ma tutto questo non spiega nulla (se mai, 'esorcizza'), e non scalfisce nemmeno la misteriosa purezza che avvolge gli esseri umani che soffrono.
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Titolo: Parassiti
Autore:
Massimiliano Governi
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2005
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788806171650