Quando la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta ha bussato alla sua porta, David Kepesh l'ha accolta con entusiasmo, trasformandola nel momento di verità della propria vita. Da allora ha giurato a se stesso che non avrebbe mai piú avuto una relazione stabile con una donna, e per trent'anni ha mantenuto fede al proposito, conducendo l'esistenza dell''uomo emancipato'. Ma un giorno, nell'aula del suo corso di critica letteraria all'università, entra Consuela Castillo, ventiquattrenne di una bellezza conturbante, che scatena il desiderio e la gelosia del maturo professore. "Forse, ora che mi sto avvicinando alla morte, anch'io segretamente desidero non essere libero", pensa Kepesh, ma non immagina quale sarà lo svolgimento tormentato della sua relazione con Consuela, e soprattutto il suo epilogo tragico. E poiché non può fare a meno di interrogarsi sulla propria vita e sul mondo, e non può fare a meno di spiegare agli altri le proprie convinzioni ("la didattica è il mio destino"), tanto piú doloroso è dover ammettere di essere in preda a una forza nuova che lo sta trascinando verso l'abisso. Dopo aver concluso con "La macchia umana" la trilogia sull'America del dopoguerra, Philip Roth conferma il suo momento di grazia con un romanzo di eccezionale intensità, dove i temi intrecciati dell'eros e della morte trovano un nuovo sviluppo tra i sogni della liberazione sessuale e l'immutata fragilità degli esseri umani.
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Titolo: L'animale morente
Autore:
Vincenzo Mantovani,
Philip Roth
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2003
Pagine: 113
Formato:
ISBN: 9788806163556