Abbeverarsi al piccolo fiume dell'oblio, il Lete, significa voler interrompere una vita per cercarne una nuova, che potrà essere peggiore di quella di prima. Sulla strada delle arti, piccole e grandi, mai come alla fine di un millenio si è sentito il bisogno di arrivare a una positiva confusione dei percorsi, a un meticciato delle arti intimamente connesso. Questo percorso lungo il fiume dell'oblio parte dalla bellezza delle Tre Grazie, che non chiede nulla in cambio, per approdare all'Isola silenziosa di Bocklin, fermandosi a guardare il fuoco di un crepuscolo che annuncia ciò che l'arte può e ciò che l'arte non può. L'arte antica ha effettivamente molto potuto, al punto che il moderno restauro "scientifico" sembra investire nient'altro che il suo ricordo e diventa un accanimento non per l'arte ma per la sopravvivenza dei propri mezzi di rianimazione. L'arte moderna mostra apparentemente le sue impossibilità, elenca i suoi margini di vuoto, segna i propri punti di frattura, allinea sulla riva secca, dopo le improvvise piene, una confusione di frammenti, rottami contorti che sono i suoi giocattoli di affezione."L'arte fa scaturire la verità" (Heidegger) e potrebbe diventare la salvaguardia di un'ultima verità, basata sulla qualità, una qualità totale. Ma soltanto un'arte indisciplinata, un'architettura, pittura, scultura, musica dovranno, per rinascere, tornare a una poesia primitiva, ripercorrendo i sentieri dei loro primi incontri. Questo libro gira intorno ad alcuni territori di un oblio visivo, che la memoria storico-artistica finge di non vedere, necessariamente legato a una suggestione produttiva ed evasiva delle arti, fino a un certo punto. Un oblio figurale rinuncia alle immagini forti e incalzanti di una comprensione coatta dei fatti artistici e rompe per scorrere via, portando con sè pepite e papaveri.
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Titolo: Arte dell'oblio
Autore:
Manlio Brusatin
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2000
Pagine:
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ISBN: 9788806153281