Umberto Piersanti canta nei "Luoghi persi" le sue "Georgiche". Georgiche di natura familiare dove alcune figure lo costringono ad una netta e decisa correzione di rotta, per cui la natura viene sostituita dalla menoria e nella memoria compie una seconda operazione di metamorfosi così che gli umili oggetti della campagna assumono il rilievo e la responsabilità dei sentimenti. Questo ritorno alle origini, consacrato soprattutto alla memoria della nonna, avviene nella maniera più semplice o in un contesto che non si fa mai favola, ma è presenza, passione e carica vitale. Da un certo punto di vista la memoria resuscitata s'identifica nel presente e nell'immediato, sicché il poeta salda in un'unica vocazione l'emblema del suo passato familiare con la somma delle sue esperienze, a cominciare da quella più costante e ambiziosa: la poesia. In conclusione, Piersanti riscopre nelle pascoliane "Cesane" il mondo intero e compatto dell'anima poetica.
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Titolo: I luoghi persi
Autore:
Umberto Piersanti
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 1997
Pagine:
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ISBN: 9788806127701