Il giudice e lo storico. Considerazioni in margine al processo Sofri

Carlo Ginzburg

Il 17 maggio 1972 ignoti attentatori uccidono il commissario di polizia Luigi Calabresi. Da più di un anno Calabresi è al centro di un'aspra campagna di stampa, condotta soprattutto dal giornale "Lotta Continua". In essa Calabresi viene indicato come il maggiore responsabile della morte misteriosa dell'anarchico Giuseppe (Pino) Pinelli, trovato cadavere la notte del 15 dicembre 1969 nel giardino della questura di Milano, dove era stato convocato per accertamenti legati all'ichiesta sulla strage di piazza Fontana avvenuta pochi giorni prima. Nel luglio del 1988 Leonardo Marino, un ex operaio della Fiat già militante in Lotta Continua, accusa del delitto Calabresi se stesso, un altro ex militante (Ovidio Bompressi) e due ex dirigenti dello stesso gruppo ex parlamentare (Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani). Il 2 maggio del 1990 al termine di un processo che ha diviso l'opinione pubblica italiana, la Corte d'Assise di Milano, condanna Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi a ventidue anni di carcere, in quanto mandanti (i primi due) ed esecutore materiale (il terzo) dell'omicidio di Calabresi. Leonardo Marino viene condannato a undici anni di carcere. Sono credibili le accuse e le autoaccuse di Leonardo Marino? E' giusta la sentenza emessa dai giudici milanesi? Carlo Ginzburg cerca di rispondere a questa domanda analizzando gli atti del processo. Un'indagine su un capitolo tragico della storia italiana più recente s'intreccia con una riflessione di metodo su indizi e prove, sul lavoro dello storico e quello del giudice, su ciò che li unisce e su ciò che li separa.

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Titolo: Il giudice e lo storico. Considerazioni in margine al processo Sofri
Autore: Carlo Ginzburg
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 1991
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ISBN: 9788806125431