E' convinzione comune che il 1992 sia destinato a degnare l'inizio di una nuova fase della storia d'Europa. Ma, contrariamente ad alcune rappresentazioni di maniera, è anche difficile sottovalutare le implicazioni sociali e politiche di uno sviluppo economico che sarà guidato prevalentemente da una netta espansione delle libertà di mercato. La tradizione riformista europea si trova ad un appuntamento di estrema importanza, che induce a ripensare alcuni svolgimenti più significativi della sua storia in questo secondo dopoguerra.Il punto di partenza non può che essere rappresentato dall'inserimento del vecchio continente nel quadro di una pax americana centrata sullo sviluppo di un'economia mondiale aperta. In che modo le strategie riformiste europee, quali si vengono delineando negli anni della grande depressione e successivamente a contatto con le esperienze di economie di guerra fortemente programmate e dirtette, sono via via modificate da una dimensione transnazionale in continuo sviluppo? E come valutare l'impatto del processo di americanizzazione sulla cultura e la prospettiva del movimento operaio, così intimamente legato, fin dalle sue origini, alla realtà dello Stato - nazione europeo?In questo quadro si avanza la tesi che il significato e la forza di condizionamento del Piano Marshall possono essere compromessi solo andando oltre la crisi internazionale da cui esso prende più immediatamente le mosse. Al di là delle urgenze politiche della guerra fredda, lo European Recovery Program è il portato di una spinta naturale a coinvolgere l'Europa in quella società di consumi ed in quel modello di modernizzazione che ha preso definitivamente corpo in Usa nel corso degli anni '20.
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Titolo: Americanismo e riformismo. La socialdemocrazia europea nell'economia mondiale aperta
Autore:
Leonardo Paggi
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 1997
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ISBN: 9788806113940