Nel settembre del '43 a presiedere il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia viene chiamato Alfredo Pizzoni: ha quasi cinquant'anni, conosce quattro lingue, ha studiato economia a Londra, si è laureato in giurisprudenza a Pavia, si è guadagnato la medaglia d'argento nella grande guerra, è ora dirigente del Credito Italiano. "Non so come sono diventato un cospiratore" racconterà nel dopoguerra "dopotutto io sono un banchiere e un codardo". Nei venti mesi vissuti in prima linea, il presidente si occupò con successo dei finanziamenti necessari a sostenere l'esercito partigiano. Compiendo rischiosissime missioni in Svizzera e nell'Italia del Sud si affermò poi come l'indiscusso e il più autorevole protagonista dei rapporti con gli alleati e riuscì a conquistare a sé e alla Resistenza la stima e l'appoggio dei comandi anglo-americani. Ebbe inoltre una funzione insostituibile nel mantenere l'unità dello stesso CLNAI, profondamente diviso al suo interno tra un'ala democratica e un'ala rivoluzionaria. Insomma Pizzoni assunse un peso politico decisivo e inaspettato, tanto da diventare uno tra i più probabili candidati a dirigere il primo governo del dopoguerra. Le cose andarono diversamente: il 27 aprile 1945, due giorni dopo la liberazione, venne sostituito. Sconfitto il nemico esterno, i partiti presero il sopravvento e cominciarono a contendersi la Resistenza a uso autocelebrativo. In questo contesto non c'era più posto per un personaggio così fuori dagli schemi come Pizzoni: soldato e patriota ma antifascista, partigiano ma non comunista, portatore di un pensiero fortemente pragmatico, non affiliato, di cultura europea, rappresentava la più sconcertante delle contaminazioni, unendo in sé le funzioni di banchiere e di capo della Resistenza. Il presidente del CLNAI tornò al suo lavoro in banca e, per così dire, scomparve dalla storia. Il suo nome è stato archiviato insieme al tema dei finanziamenti della Resistenza e al capitolo del contributo della borghesia liberale indipendente alla lotta antifascista. Questo libro, basato su moltissimi documenti inediti reperiti in archivi italiani, americani e inglesi, ricostruisce una vicenda a torto dimenticata della nostra storia recente, consentendo di gettare nuova luce e di formulare nuove ipotesi interpretative sulle controverse vicende della Resistenza italiana.
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Titolo: Il banchiere della Resistenza. Alfredo Pizzoni, il protagonista cancellato della guerra di liberazione
Autore:
Tommaso Piffer
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 2005
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788804537298