Si può amare Alberto Sordi per tutto quello che ha messo in luce di noi italiani. E si può odiarlo, per gli stessi motivi. Più di ogni altro attore della seconda metà del Novecento, più di Totò e di Gassman, di Mastroianni e di Tognazzi, Sordi ci ha mostrato quello che siamo e che forse avremmo preferito non essere. Ci ha messi davanti a uno specchio e se a volte ci ha fatto ridere dei nostri difetti, molte altre ci ha fatto vergognare di noi stessi. E' certo, però, che i suoi personaggi, i suoi film sono parte essenziale di un passato che ci appartiene e che abbiamo attraversato insieme a loro. Nato nel 1920, figlio di un musicista, basso-tuba nell'orchestra del teatro Costanzi, è cresciuto nella Roma piccoloborghese e fascista. Fin da bambino ama esibirsi in pubblico: a dieci anni è già un abile marionettista, a sedici diventa fantasista e con un amico calca le scene fino a Milano. Lavora a Cinecittà come doppiatore, come comparsa e in piccoli ruoli, ma soprattutto si guadagna da vivere nel teatro di rivista e nell'avanspettacolo, che sarà per lui anche il vero luogo di apprendistato e di formazione, e mette a punto in radio alcune macchiette che lo accompagneranno per tutta la vita. La notorietà arriva però con il cinema, grazie a registi come Fellini per "I vitelloni" o Monicelli per "La grande guerra", che gli propongono di interpretare quelle figure di 'italiano' destinate a diventare patrimonio comune del paese, anche se il pubblico imparò ad amarlo solo con il passare degli anni. Forse per calcolo, forse per intuito, Sordi scelse infatti di infondere nei suoi personaggi un'ombra di cattiveria, di meschinità, che soprattutto all'inizio della carriera li rendeva odiosi ai più. E se i suoi connazionali finirono per riconoscerlo come il proprio volto più vero, all'estero non fu mai apprezzato e, a differenza di Mastroianni o Gassman, non ebbe alcun successo. In questa biografia Goffredo Fofi ricostruisce la vita del grande attore, e lo fa conducendo il lettore lungo una galleria di ritratti di artisti (Totò, la Magnani, Fellini, Monicelli, Risi e tantissimi altri) con cui ha lavorato, di film che lo hanno visto protagonista, di momenti della storia del paese che ha saputo perfettamente incarnare. E quello che ne risulta non è solo il racconto di un'esistenza a suo modo esemplare, ma è anche la fotografia di un paese tra luci e ombre, tra bianchi e neri, e di un popolo, quello italiano, dal carattere unico.
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Titolo: Alberto Sordi. L'Italia in bianco e nero
Autore:
Goffredo Fofi
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 2004
Pagine:
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ISBN: 9788804522447