L'uomo che teorizzò la maschera come unica fonte di attendibilità e che amava ripetere "vivo nel terrore di non essere frainteso"; il decadente che esaltò la critica come la forma più alta di autobiografia... Oscar Wilde, insomma, non avrebbe mai pensato di presentarsi al pubblico con un documento di esistenza vissuta come la straordinaria lettera privata scritta in carcere al giovane Lord Alfred Douglas, cui imputare la sua rovina... Douglas, con cui Wilde una volta uscito di prigione non tardò a riunirsi, dichiarò anni dopo di non averla mai ricevuta; e per la verità ne conobbe il testo integrale dopo molti anni dalla morte dell'amico, e in circostanze assai sgradevoli (al mondo non sarebbe stato rivelato che nel 1960). In una versione dimezzata e censurata da Robbie Ross, esecutore letterario di Wilde che le aveva dato il titolo sotto cui è nota ancora oggi, "De Profundis" aveva frattanto trovato infiniti lettori, guadagnandosi una fama superiore a quella di qualsiasi altra epistola scritta nei nostri tempi. La versione completa contiene tutto Wilde: la sua eloquenza, la sua cultura sterminata quanto puntuale, soprattutto il suo inimitabile senso dello stile; ma anche le debolezze, gli slanci, le passioni, che dandole una dimensione umana finiscono per confermare l'imperitura vitalità di un personaggio emblematico della cultura moderna.
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Titolo: De profundis
Autore:
Oreste Del Buono,
Oscar Wilde,
Masolino d' Amico
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 1987
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788804258605